Secondo un recente studio condotto da Leviton sui professionisti del settore, la fibra monomodale è preferita nel 60% delle installazioni. La multimodale, nella versione OM4, segue al secondo posto con solo il 28%.
Leviton monitora da anni l’opinione degli installatori sul tipo di cablaggio che scelgono nei loro lavori e sulla scelta tra fibra multimodale o monomodale. Negli ultimi anni è sempre più evidente il trend di crescita dell’utilizzo della fibra monomodale. Nel sondaggio di Marzo 2020, su 281 professionisti addirittura il 60% ha dichiarato che installarebbe cavi fibra ottica monomodale OS2 mentre la fibra multimodale OM4, in seconda posizione, raccoglie solo il 28% dei favori.
Le motivazioni che stanno dipingendo la fibra monomodale come soluzione sempre più allettante, sono molteplici. Scopriamo meglio quali sono cosa ha determinato questo dominio sempre più schiacciante nella diatriba tra fibra monomodale o multimodale.
I DRIVER DEL CAMBIAMENTO: I DATA CENTER, I VOLUMI DI ACQUISTO, IL PREZZO E LE LUNGHE DISTANZE DA COPRIRE
Come spesso nei trend di settore, i datacenter hanno giocato un ruolo fondamentale. In particolare, quelli che hanno guidato il cambiamento, sono stati gli operatori dei data center hyperscale e cloud. In queste realtà le dimensioni dell’infrastruttura, insieme all’elevata velocità richiesta per servire i clienti, hanno messo in primo piano la necessità di un grande larghezza di banda e della massima capacità di copertura della fibra premiando la soluzione monomodale come scelta primaria nelle installazioni.
In più, un tempo i transceiver monomodali erano più costosi di quelli multimodali anche di 7/8 volte. I volumi di acquisto dei datacenter hyperscale e cloud hanno portato a un significativo abbattimento dei costi sulle infrastrutture monomodali. Visto che questi operatori sono impegnati nella costruzione di canali da 100, 200 e 400 Gb/s e visto che anche le grandi aziende si stanno spostando su soluzioni fino a 100 Gb/s, anche senza avere la necessità di coprire elevate distanze, inizia ad esserci una parità di costo tra fibra ottica monomodale e multimodale all’aumentare della larghezza di banda.
Per esempio, considerando il transceiver 100G-PSM4 monomodale e il 100G-SR4 multimodale, entrambe varianti in modalità ottica parallela per un canale da 100 Gb/s, hanno praticamente lo stesso prezzo. I transceiver PSM4 sono studiati appositamente per essere un’opzione a buon mercato per distanze di almeno 500 metri, utilizzando una connessione a 8 fibre MPO/MTP.
Anche per le soluzioni a fibre monomodali su lunga distanza, come il transceiver 100G-CWDM4 (2 km su fibra duplex), il prezzo è diminuito molto e continuerà il trend anche nei prossimi anni. Ora che il fattore prezzo sta diminuendo di importanza, il monomodale sta diventando la scelta migliore rispetto alle fibre multimodali. Infatti, secondo la società di ricerca LightCounting entro il 2022 i transceiver monomodali occuperanno addirittura il 68% del volume totale del mercato.
LONGEVITA’ E FLESSIBILITA’ SENZA PARI
Nel confronto tra fibra monomodale e multimodale, i vantaggi della fibra monomodale non finiscono qui. Un altro è sicuramente la sua longevità: non ci sono troppe generazioni di questo tipo di fibra con cui fare i conti. Se in passato è stata installata una fibra ottica monomodale OS2 o OS1, si riuscirà comunque a supportare le attuali velocità trasmissive sulle distanze specificate dagli standard. Ad esempio, il cavo OS2 installato 10 anni fa potrebbe supportare una nuova rete da 100 Gb/s, come 100GBASE-DR fino a 500 metri. Basterà sostituire i connettori ma non sarà comunque necessario tirare un nuovo cavo. Invece, per esempio, con la fibra ottica multimodale, OM1 o OM2, non si riuscirebbe a supportare una nuova rete 100GBASE-SR4. Con i cavi in fibra ottica multimodale OM3 si potrebbe supportare solo SR4 fino a 70 metri e con una OM4/OM5 fino a 100 metri.
Allo stesso tempo, la fibra monomodale può avere più “hop” o connessioni in un solo canale consentendo agli operatori di data center di avere una maggiore flessibilità nella progettazione della rete.
LA FIBRA MONOMODALE DOMINA GLI STANDARD
Sebbene gli standard, in fase di sviluppo, sulle reti di nuova generazione includano sia opzioni in fibra multimodale che monomodale, la maggior parte delle opzioni dei transceiver da 100, 200 e 400 Gb/s recentemente introdotte riguardano le reti monomodali. Non solo, le recenti attività dei comitati di standardizzazione continuano promuovere, per le velocità più elevate, proprio le opzioni monomodali. Alcuni standard emergenti sono l’IEEE P802.3cn, l’IEEE P802.3cu e l’IEEE P802.3ct.
Sono anche in corso progetti IEEE per aumentare la velocità di trasmissione dati delle reti ottiche passive Ethernet (EPON) a 25 Gb/s e superiori, per distanze fino a 50 chilometri (Super-PON).
QUINDI CHI VINCE NELLA LOTTA TRA MONOMODALE O MULTIMODALE?
Nella diatriba multimodale monomodale, sicuramente le fibre ottiche multimodali continueranno a essere ben presenti sul mercato considerando anche che i più grandi data center hanno installato molteplici cavi fibra ottica multimodale su cui potranno contare per scalare verso i 25, 40 0 100 Gb/s. Tuttavia con i costi sempre più bassi grazie alla loro maggior longevità, raggio di copertura e possibilità di aggiornamento, le fibre ottiche monomodali saranno un’opzione sempre più interessante nelle installazioni come sembrano confermare ormai da tempo gli operatori di settore.
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Fonti: Studio condotto da Leviton Network Solutions, “Single-mode fiber continues to gain momentum” di Gary Bernstein, Senior Director of Product Management, Fiber & Data Center Solutions, Leviton Italia